La natura

Dieci milioni di anni fa (periodo Tortoniano) la zona che attualmente ospita il comune di Castelnovo nel Friuli appariva come una spiaggia deltizia, poco profonda, nella quale si accumulavano sabbie e ghiaie, stratificandosi in una interessante formazione geologica che ora è la “successione deltizio-lacustre miocenica di Oltrerugo”, un geosito di una certa importanza per la regione Friuli Venezia Giulia. Non è raro trovare fossili di  Ostrea crassissima, tipici molluschi dei fondali lagunari. Poi all’innalzamento del mare seguì il sollevamento delle Prealpi Carniche, quindi le vicende delle glaciazioni che portarono al formarsi di colline moreniche. Attualmente la natura del territorio di Castelnovo si caratterizza con i solchi degli alvei dei numerosi torrenti e corsi d’acqua che hanno scavato negli strati geologici.

Il territorio

Il bosco ha subito diverse vicissitudini e trasformazioni, le più recenti e importanti sono opera dell’uomo. Il taglio degli alberi, la pastorizia e le trasformazioni agricole (frutteti e vitigni) con la formazione di tipici terrazzamenti hanno più volte ridotto drasticamente la superficie boscata. Nell’ultimo secolo la foresta ha ripreso vigore, anche a causa dello spopolamento delle molte borgate. Così la natura si è ripresa i suoi spazi e il territorio ora vede una flora e una fauna molto ricca. Per quanto riguarda i mammiferi, notevole la presenza di ungulati come il capriolo e il cinghiale, con il cervo che sta scendendo sempre più numeroso da settentrione. Buona la presenza di roditori (scoiattolo rosso, ghiro, moscardino),  ancora da esplorare le popolazioni di micromammiferi (topo ragno e arvicole varie). Tra i predatori si segnala la presenza sporadica dell’orso e del lupo, mentre è presente, anche se estremamente elusivo, il gatto selvatico. Segnalato lo sciacallo dorato, molto comuni volpi, donnole, faine e puzzole. Fra gli uccelli notevole la presenza di silvidi, specialmente di passo, rapaci diurni come molte specie di falco, poiane, e la sporadica apparizione di aquila, biancone e grifone. Tra i rapaci notturni comuni l’assiolo, il gufo, il guro reale, la civetta e il barbagianni. I numerosi corsi d’acqua, pozze e sorgenti favoriscono la presenza di rettili e anfibi, come il rospo comune, il rospo diamantino, la rana di Lataste, il tritone, la salamandra, il ramarro. La vipera è comune, come lo sono il biacco e il saettone, ed sono anche possibili da avvistare la coronella austriaca e la biscia d’acqua. Nei corsi d’acqua prolifera il gambero, mentre nel torrente Cosa si trovano trote e temoli, oltre ad alcune specie di ciprinidi come il cavedano, la lasca e lo scazzone. L’entomofauna, molto ben rappresentata, è quella di ambienti analoghi.

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Per quanto riguarda la flora, da ricordare la presenza del fior di stesso, di castagni centenari e di boschi a ceduo caratteristici della zona pedemontana e collinare. Presente e molto ricercato il tartufo e buona la presenza di funghi mangerecci.

Non si possono non menzionare i due ortaggi simbolo del territorio: la cipolla rosa, inserita nel 2008 dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel Registro dei prodotti agroalimentari tipici regionali, e il cavolo broccolo da foglia.